L’amor di sé, della propria natura,
il punto capitale della croce
Dove le braccia di legno s’uniscono.
Umanità,
Hai ucciso quanto di meglio in te
Regnava.
La Luce ti ha già restituito
Ciò che con noncuranza hai calpestato.
Ecco, cammina il Verbo in mezzo a noi.
La Parola vive e abita in noi.
Il Verbo che è divenuto carne
E’ tornato ad essere la carne
Dopo averla data in pasto
Alle fiere.
Non sentiamo i giri della Terra,
non ne possiamo cogliere i sospiri
Fermando il tempo.
Fermi restando
Prima che il tempo sia.
Amico, me ne vado per il mondo.
Mi spiace, qui non voglio più restare
A parlare con te di perle rare.
Di verità rarefatte che riguardano i sensi,
I sogni.
Di nuvole, visti a spicchi, dai vetri.
Di volti, visti a tratti, dagli specchi.
Fuori,
– fuori, perché io sono in questo dove
E mi guardo dentro, in me stesso raccolto –
C’è un abisso di irrisolti grovigli.
Fuori, c’è troppa poca comprensione,
E stupido è sinonimo di buono
E di quello che sta nella parola
– Gli Spiriti, tu sai che penso a loro –
Poco di vero,
La convenzione.
Le porto in me le morti,
Le multiple esistenze
a strati addensate,
amate e redente,
I dialettismi, del sono questo o quello;
Di certo, amico mio, di unico,
C’è solo un Fondamento.
Io che penso, Io che Sono,
Sono qui, in questo preciso momento,
Io sono qui, senza arrendermi mai,
Incontrastata antitesi,
Sono in me, discepolo e Maestro:
Risorto, dopo morto, in vita.
Alessandra Vettori
Buona Resurrezione a tutti.