(Mi faccio condurre per mano dalla Potenza Sovrumana, verso il bosco magico della Montagna Sacra: ivi dimorano e regnano, dal Princìpio del Tempo, gli Dèi che non possono morire)
A J. W. von Goethe
Il mio essere cela in sé confuse
due differenti anime neonate.
L’una, attratta dalle cose del mondo
perde se stessa dimenticando tutto,
in fretta immerge nella terra stanca
le radici di brama coagulata.
E di questa non voglio parlare.
L’altra – silenziosa anela alla Vita
della Luce – la puoi scorgere a volte nel colore,
nel suono limpido del fiume pellegrino,
nel sasso levigato dall’acqua, che soppesa
la quantità di luce da ricevere.
La puoi scorgere a volte anche nel sogno,
in tutto ciò che vive e si sacrifica
nelle Tenebre rapprese della Terra.
E quando la vedi innalzarsi,
sorretta dal giubilo celeste,
verso le cime silenziose e pure,
inscrive nello spazio e nelle stelle
la parola creatrice che rivive: Io Sono.