Fondate su se stesse
sorridono alla Storia
– parlando come sanno fare loro –
e guardano le mani del Demiurgo,
che dal limo fangoso le ha plasmate.
Che rimane di loro?
Poche pietre rossastre
ricoperte di edera e di fratte
illanguidite; ed il vasto silenzio
attorno ai merli
custodisce leggende sconosciute.
Tutto sembra perduto.
Eppure in un punto distante e atemporale
del Cosmo, rinascono di nuovo all’improvviso,
disegnando nel vuoto siderale
le antiche forme dense di colori
cangianti che sembravano stanche.
Il primitivo anelito dell’uomo
rivela in questa apparizione magica
la sua essenza nascosta.