“Stava rimuginando, come al solito, sempre con rancune. Rimeditava occasioni sprecate, progetti(non suoi, per carità)abortiti/falliti, spesso miseramente. Le lame crescevano, gli si avvicinavano. Nei bagliori funesti vedeva qualche orribile ricordo, ma anche qualche cosa di più noto, di forse meno orribile. Fremiti d’amore, “ricordando con rabbia”, ragli di subida hasta el cielo, lonely chissà che cosa, conversazioni nobili(non nel senso aristocratico-corrivo del termine, pur rivendicando l’aristocrazia against the king and the queen, non solo per il gioco-play/struggle dei poteri tra loro), importanti, anche campali-ferali, ma comunque la nbolità del confronto, di diverso tipo. Certo, la memoria gli faceva brutti scherzi: la grandezza di Lenny Bruce(sentito solo una volta in TV-film con Hoffman, ma anche in una pessima registrazione acquistata chissà dove), grande”comico” politically incorrect, le rampogne di zio Tim(Timothy, letto per intero), psicologo”anti”, scopritore non chimico e “profeta” dell’LSD, il comico-grottesco del”Negro Palomino”, eterno e formidabile “pornografo”(anche in senso letterale)coomibano, in realtà autentico deletor mundi, con le sua ferocia verso negri, gay, derelitti vari, in realtà potenzialmente implosivo di tutta una realtà basata sulla finzione. Ancora Willy Reich, il “rivoluzionario”di SEXPol si confondeva con Cohn- Bendit, leader Sessantotto(tutta roba raccattata dopo, che peccato-o forse no?), Mishima, l’imperialista giapponese, ultimo” Savonarola”di Tokyo, i pochi politici che sopportava, scandalizzando beninteso tanti/e politically corrects, certo, loro… Di tutto un po’, nel’affiorare stentato di ricordi, da Machiavelli a Basilide, da Baudelaire a Marcione(il passo non è poi così lungo o no?), da Hèrmes Trismèsgistos a … beh, perché poi affastellare tanti nomi? Le lame lo accerchiavano, ma alla fine una luce… quella del divenire ser solo pneumatico, pura spiritualità disincarnata, altro che”resurrectio carnis”, come da dogma ricevuto… Da “traditore”(???) a “liberato”, almeno in parte… Non più assalti assatanate montanare, non più hjieputas conclamati minaccianti, mai più-neppure questo poteva dispiacergli, certo, artisti falliti e”impazziti”che chiamavano a qualquier hora de la noche(“Ti, sio can…””Sell net, hostia, i hon koa Zeit”, “Putain de borgne, non, je ne peux pas, je vais te le dire un auautre fois, vache!” “Maremma, un rompere… Se rompi un altro pohettino, vo’ hiamare la madama” “Shit, fuck you!”, il sempre pensato-mai detto, al massimo sussurrato-“Chi non è ipocrita scagli la prima pietra”, forse espresione mai detta… ). Certo non lesinava rancore nei ricordi(“Ricordando per rabbia”, appunto, Osborne, appunto), ma desormais non c’era più bisogno, s’era liberato dai tormenti formicolanti, dai dolori della”caro”, del”sarx”, per attingere dimensioni ignote. “Multicolori, chiedete?”Chissà (Eugen Galasso, 09/04/2009)
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