Cari lettori, prima di riprendere i nostri discorsi poetico-narrativi, ecco le ultime considerazioni dell’amico Eugen Galasso…

Omicidio im-perfetto:     “Vede, in questa pièce, Lei è un assassino. Deve concentrarsi sul se, su un’ipotesi di lavoro accettata in pieno, in cui deve uccidere chi le impedisce di rubare il malloppo e poi di piazzarlo. Pensi a tutto questo, a come si svolgeranno i fatti, al punto di partenza, però, anche. Tutto prende spunto da una vendetta… ”  “Lo so. Devo agire in consonanza con il personaggio del killer…, come dite voi stanislavskijani…” “Ma non se il suo sia un atteggiamento adeguato. Ride e scherza sul “sistema”, quasi fosse una burletta… ”   “No, è che io credo soprattutto sul metodo strasberghiano che, come sa, è uno sviluppo del sistema, non è una ripetizione. Dovrei lavorare sul”me stesso”, cioè, più che su ogni referente esterno a me, come devo considerare anche il personaggio. Costruirmi un”Sé”,  meglio direi un “Me”adeguato al personaggio.”  “Sì, ma le sue non sono premesse valide, mi sembra. Reviviscena e personificazione emergono soprattutto dal rapporto tra il Sé dell’attore e “l’altro”del personaggio. Limitarsi al Sé vuol dire fare altra cosa”.   “Ma vede, qui trascuriamo il Metodo come completamento fondamentale, anzi necessario del Sistema. “. Seguono mesi di prova, fin quando il personaggio, per “errore”(?)uccide veramente la protagonista, con il coltello “finto”che si usa a teatro, ma che, a quanto pare, invecere era”vero”. Sul concetto di vero e finto è inutile qui discettare, dato che lo si fa almeno da Platone in poi, ma dal punto di vista giudiziario le cose stanno diversamente.  Se il coltello era vero e l’attore lo credeva uno di quelli teatrali, classicamente”finto”,  non sarebbe neanche azione penalmente perseguibile, né “preter-intenzionale né colposa.
Discussioni infinite,  tra il pubblico degli utenti dei media, tra gli opinionisti, tra filosofi autentici e meno tali(l’antica querelle sulla verità si riproponeva, mutatis mutandis, sull’arte e la morale e il loro rapporto oppositivo-escludente, cfr.Kierkegaard, Baudelaire, tutto il romanticismo)tra i giuristi, non senza la proposta di incolpare, di volta in volta: A)il fabbricante del coltello, da ricercare, però, forse in un”disperato” paese del Terzo-QUarto-Quinto Mondo(così recita la definizione del giudice istruttore Forcanelli); B)il venditore, difficile da identificare, perché nel centro commerciale”Lazarus”, dislocato tra Mantova e Modena i(le) dipendenti erano tanti(e) e venivano licenziati(e)dopo appena 3 giorni di lavoro-turn-over normale, dicitur; C)Alcuni colleghi(attori-attrici, forse il regista dello spettacolo)si dibattevano sulla questione: “Ma non sarà una realtà meramente proiettiva, quella che ha visto”uccidere”e”morire”Caroline?QUalcuno citava anche, quali fonti “compossibili”il film di Antonioni”Blow-up”e il racconto   di Julio Cortàzar”Las babas del diablo”, da cui il film è(liberamente) tratto

Eugen Galasso

El Carro(El Coche):  La Dauphine de mon enfance/Tu sais, ma foi/Mai nessuna passione per l’auto/Pedone per tutta la vita/Ricordo Clark e poi gli altri/Piango i grandi scomparsi/I like Dalla’s”Nuvolari”/Frisson de gauche?Pas su^r/Virilio sua dromologia/Di tubolari nulla/Fascino motori non credo/Effetto Freud non escludo/Sogno trascender materia(Eugen Galasso, 09.06.2012)      Un re^ve:  Re^ver peliculas viejas/Primi anni Sessanta in TV/Nada de golpe y desastre/Sempre piuttosto d’amore canzoni/I hope I hope

(Eugen Galasso, 09.06.2012)

“La fantascienza deve nascere da un sogno. La fantascienza sogna il futuro e ne fa una mappa, ma poi devi costruire quel sogno e viverci”(Ray Bradbury). IL grande scrittore statunitense, nato a Waukegan, nell’Illinois, avrebbe compiuto 92 anni il prossimo 22 agosto, ma Atropo ha tagliato il filo prima che arrivasse al traguardo suddetto. Quasi 92 anni di vita intensa, intelligente, contrassegnata da grandi successi, tutti meritati. Da”Cronache Marziane” all'”Estate incantata”ad”Addio all’Estate”, da”Fahrenheit 451″a “Verdi ombre, balena bianca”(per comodità del lettore dò solo i titoli in italiano), una serie ininterrotta di racconti, romanzi, poesie, testi teatrali e sceneggiature cinematografiche(epica la trasposizione filmica, diretta da John Houston, di”Moby Dick”di Henry Melville), sceneggiature TV(“Ai confini della realtà”, oltre che di R0d Serling, è opera in gran parte di Bradbury), saggi, commenti critici(ma Ray mi guarda male, dalla nuvoletta, non vorrebbe che li definissi così), per una carriera strepitosa, formidabile. Come diceva giustamente Stanislav Lem, l’autore(tra l’altro)di”Solaris”, in letteratura devono esserci i giudizi valore: una poesia mediocre non è apparentabile a quella di Pascoli, Ungaretti, Hoelderlin, Byron, Hugo, Baudelaire, come un romanzo di  XY non vale quelli di Dickens, Balzaz,  Verga, Thomas Mann. Bradbury è tra i grandi senza alcun dubbio: capace di fondere letteratura fantastica(più che”science fiction”)ed epica, lirica e suspense, Bradbury ci propone sempre i grandi drammi etici à la Dostoevkij, dimostrando ancora una volta che i grandi scrittori sono anche filosoficamente più avanti di molti filosofi… Contro le derive iper-tecnologiche e tecnocratiche in”Fahrenheit 451″, ma anche in tutte le altre sue opere Bradbury ha riproposto il diritto a sognare(cfr.anche la frase citata nell’incipit), rivendicandolo nei suoi diversi aspetti: paura, timore, gioia, scoperta del mondo, della natura e degli altri(delle altre, per l’adolescente e i genere l’uomo “maschio”), usando sempre le strutture classiche della narrativa, basate su climax e anticlimax,”accelerazione”e”decelerazione”,  “accensione”e”distensione”, se vogliamo, con un’ intensificazione che guarda alla riproposizione dello schema classico di ogni narrativa di derivazione epica: l’eroe(=la persona umana)che deve affrontare delle prove, che senz’altro possiamo definire”iniziatiche”. Sintomatico, in questo senso, un romanzo breve meno noto(ediz.originale 1972, traduzione italiana del 1994, Milano, Fratelli Fabbri, poi nel 2005 nella Piccola Biblioteca Mondadori)quale”L’Albero di Halloween”: sette ragazzi alla scoperta del Sé non”attraverso”ma”in”una magnifica avventura. L’autore contemporeaneo che avrebbe meritato più volte , ma quantomeno una volta il NObel non l’ha ottenuto, a causa delle camarillas che giocano un ruolo nell’assegnazione del premio, forse anche perché il nemico feroce di ogni dittatura(“Fahrenheit 451″, che si riferisce al rogo di libri in una società dittatoriale futura, guarda anche al”passato recente” -il libro è dell’inizio degli anni Cinquanta-di nazismo e comunismo sovietistico era oltremodo sgradito soprattutto in URSS), rifuggendo da pornografia, violenza gratuita e volgarità, ha creato una letteratura veramente universale, anche quando parte da un immaginario soprattutto”made in the United  States of America”, dove non manca mai il sentimento, come chiave vera dell’esistenza e dell’esperienza umane.  Una piccola soddisfazione personale: l’ASA e la Latmag già vari anni fa(quasi venti)hanno proposto serate di lettura e commento di testi bradburyani, serate che ci proponiamo di riproporre, in forma nuova, in memoriam di un grandissimo autore, senza il quale la letteratura sarebbe stata decisamente più povera.

Eugen Galasso

Carissimo, con questo testo(cfr.l’ultima frase)ripropongo anche la necessità di ricordare Ray Bradbury con una serata ad hoc. Un caro saluto e…al 12.

Eugen

Un peu de philo, parfois…:     Plato: Ratio contra materiam/Thomas Aquinas: Ratio plus fides/Hegel: Synthesis magna/Perhaps better life’s phylosophies

(Eugen Galasso, 10.06.2012)

Sole di mezzanotte a Capo Nord, Norvegia

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