Cristalli di luci, di colori,
fantasmagorie di roccia,
sono l’abitacolo del nano.
Anche l’oro e l’argento,
certo!
Hai fatto bene a suggerirmelo;
i nani vantavano origini nobili
e delle profondità del suolo
avevano fatto architetture stabili,
l’avevato capito spero,
l’aveva narrato bene Tolkien
e dopo poco se n’è saputo di più.
Per questo torno a descrivere
le loro miniere:
dove le stelle preziose,
come gemme incastonate nelle pareti
delle caverne e delle grotte
fanno gola agli speleologi,
mica per le pietre,
per le testimonianza del passato.
Urge la vostra gioia, uomini!
Tutti insieme,
diceva Goethe,
dormiamo su vulcani.
Alessandra Vettori