Immagine della Vergine Maria con il Bambino e accanto un profeta, che nella sinistra tiene un rotolo e con la destra indica una stella. Dovrebbe trattarsi della profezia di Balaam: “una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele” (Num. 24, 15-17). Catacombe di Priscilla, inizio del III secolo.
E’ un Natale dolce e fiabesco,
come non ne abbiamo mai visti.
Poesia nasce dal cuore
e lirica diviene la voce interiore
del Maestro,
che è bambino Celeste,
innocenza e purità dell’Anima,
dolcezza d’Amore della Vergine
che lo accolse,
lo generò Immacolata
e ne fu generata,
lei, Bambina Cosmica.
Fiaba senza spazio né tempo,
udita da orecchie umili,
vista da sguardi miti,
celebrata da Sacerdoti-Re
dell’Altissimo.
Solennità grave e seria,
come ci si attende dallo Spirito,
che, non dimenticatelo,
viene assistito dalla Grazia.
Così assistono gli uomini
i pensieri sacri del Natale,
Luce, Conoscenza, Amore,
instillando.
Alessandra Vettori