Era un bambino molto bello,
non c’è dubbio alcuno.
Le manine porgeva delicate
al roseo volto della madre
e allora,
ridente, due fossette nelle guance rosse
guardava i movimenti delle stelle.
Giocava con me in giardino
quel bel bambino
e di tutti i fiori
sembrava raccogliere nel cuore il profumo
e di tutti gli alberi
le foglie rinverdiva con il soave tocco
e tutte le nuvole del cielo
visitava
quel tenero bambino.
Poi da lì scoccava
dardi di amore sulla terra
e colpiva innocentemente
i ventricoli
delle fanciulle inermi
in adorazione delle rispettive
anime complementari
e non posso dire che non si divertisse
nel vedere scoccare
scintille ardenti nei cuori di tutti.
Ah! Tu potessi tornare,
Amore,
fra di noi,
a confortare la mestizia che ci ha colti
impreparati e che ci lascia confusi,
insicuri, a volte stanchi.
Torna, Amore,
sulle ali del vento mattutino,
porta di nuovo una dolce brezza
che rechi frescura
e svegliezza
ai nostri occhi addormentati.
Alessandra Vettori
Statua in marmo di Eros addormentato risalente al II d.C. di provenienza sconosciuta, è conservata al Museo archeologico nazionale di Atene. Il giovane Eros alato è addormentato su una roccia, il braccio sinistro funge da cuscino mentre un giovane leone fa la guardia al dio.