Respiri d’etrusco
e mentre ti ascolto
in mezzo al petto
s’apre il raggio di un pianeta spento.
Hai proprio l’incedere
di un aruspice severo,
soltanto che le tue lentiggini,
tramandano una vita celtica,
tra cascate rigogliose nei boschi
e sacri silenzi.
Poi mi arriva alla mente
mentre mi baci
il senso delle tue vite immemori;
asciugo una lacrima
che mi cade dal volto, quieta
quando rivedo il tuo,
triste e amareggiato,
prima re e poi esule,
stanco,
con i piedi strascicando
brandelli di dignità,
di virtù operosa.
Quante vite intravedo nell’iride tua!
Oggi però mi sembri nuovo,
sorto a nuova vita,
come se l’amore che ci unisce,
non vacillasse al ricordo
della storia,
ma si irrobustisse,
credo.
Oggi mi sembri nuovo,
uomo tra mille uomini,
ma inconfondibile:
amante, amatore, amato.
Alessandra Vettori