Philip Kindred Dick(1928-1982), grande scrittore USA, che però molte storie della letteratura nordamericana colpevolmente ancora non trattano o citano solo in note a piè di pagina, considerandolo forse uno scrittore “di genere”, esorbita invece da ogni genere”conclamato”collocandosi in una zona”alta”della cultura, quella dell’ucronia e della distopia, ossia di società totalmente diverse da quelle”sognate”, auspicate, desiderate, con efficaci anticipazioni a livello di “storia controfattuale”, la storia del “ma se…”, se, per ex.la Germania nazista e il Giappone imperialista avessero vinta la Seconda Guerra Mondiale(“The Man in the High Castle”, 1966, “La svastica sul sole”, in italiano), trattando in modo”eretico”, soprattutto gnostico, il tema del rapporto Dio-mondo, come in”The World Jones Made”, 1956(in italiano”Il mondo che Jones creò”), ma anche in”The simulacra”(1964, it., “I simulacri”), o anche”The Three Stigmata of Palmer Eldritch”(1965, “Le tre stigmate di Palmer Eldritch”), mentre il racconto lungo “Do Androids Dream of Electric Sheep?”, 1968(“Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”, nella versione italiana, ma anche”Cacciatore di androidi”)tratta le tematiche dell’alienazione da macchine e soprattutto da robot, da androidi(per cui Dick è unanimemente considerato l’alfiere-pioniere del cyber-punk), da quanto è”altro”e totalmente estraneo.Dick che, ben più che per lo stile, per le tematiche soprattutto”futurologiche”(anche se ormai l’autore, scomparso nel 1982, antevedeva cose e problematiche oggi già attuali, almeno in gran parte), ha molto influenzato il cinema(“Blade Runner”del 1982, di Ridley Scott,è tratto da”Do androids dream…” , ma altri tre celebri film sono tratti da altrettanti racconti di Dick), spesso(con l’eccezione del citato”Blade Runner”)invero non rendendo molto onore al grande quanto sconcertante scrittore. QUanto alla fama di “maudit”, per Dick, essa è da ridimensionare non poco:renitente alla leva e militante contro la guerra di Corea, Dick non potè laurearsi, motivi che gli costarono l’ostracismo di certe case editrici e di certa stampa; l’uso di droghe non è accertato, anzi probabilmente qualcosa di millantato(anfetamina e LSD le uniche sostanze assunte dall’autore). Dick, grande allucinato, ci insegna molto, anche “non insegnandocelo”o meglio ci fa riflettere, ponendo, in forma non greve, vari interrogativi cruciali. Tanti gli inediti dickiani, come”Gather yourselves together”, pubblicato postumo nel 1994, ma risalente al periodo 1959-1952(come”Ricomponetevi”, ma in italiano è tradotto come”Il paradiso maoista”), tutti molto interessanti quanto destinati a far discutere. Eugen Galasso