Régine Deforges(1935-2014), notissima in Francia, non è molto conosciuta in Italia, a causa della scarsa volontà di tradurre le sue opere e di proporle al pubblico italiano, considerato(oggi, mentre ciò non valeva ieri) molto diverso da quello transalpino. Femminista, audace nei suoi romanzi erotici(“Le con d’Irène”, titolo che si riferisce all’organo sessuale femminile, era stato erroneamente attribuito ad Aragon), la Deforges è però diventata celebre per i suoi romanzi storici, raccolti nella”saga””La Byciclette bleue”(la bicicletta blu)che percorre la storia di Francia o meglio del mondo francofono, ma non solo, del 1900, dall’occupazione nazista alla guerra, alla Resistenza, alla Guerra in Indocina, alla Guerra d’Algeria, al dopo. Romanzi molto”organizzati”, dove la coppia centrale di protagonisti (Léa e François Tavernier)vive di luce propria ma fa ruotare intorno a sé tante vicende storiche, con tanto di citazioni dei personaggi storici(Pétain, De Gaulle, il Colonel Fabien, Guevara, Debré, Sartre, Camus, Jeanson, Vailland, Salan, il generale, inquietante e affascinante, che promosse il golpe algerino nel 1961 al grido di “Algérie française”e fondò l’OAS(“Organisation armée secrète”, organizzazione armata segreta), dove, come durante la Seconda Guerra Mondiale, giganteggia la figura di De Gaulle, capace di restituire l’Algeria agli Algerini, con tutti i richi annessi e connessi, legati a certe letture del”Corano”e dunque dell’Islam iper-radicale…). Storie e storia, dove la letteratura diventa veicolo di trasmissione della storia per le generazioni più giovani, che hanno bisogno, come gli Italiani in epoca risorgimentale(ma anche oggi…)di essere”esortate alla storia”. Citazioni, s’è detto, ma anche molti dialoghi, vivaci e paratattici, che non disdegnano l’uso dell’argot(“dialetto”, “gergo popolare”)e dei espressioni anche crude e volgari. Per l’autrice l’amore è”aventure de la vie”(avventura della vita), ma in questi romanzi storici riesce a compenetrare pienamente le vicende private con quelle pubbliche, storia personale e storia “oggettiva”. Eugen Galasso