Ugo Facco De Lagarda(1896-1982), Veneziano, direttore di banca, storico, economista, elzevirista di chiara fama, è stato soprattutto uno scrittore e un poeta di notevole rilievo nel panorama italiano del Novecento. A parte la sua produzione poetica, decisamente notevole, in italiano e in veneto(“Amaritudo”è del 1919, “Le calze de seda”, 1920, “Anteo”, 1933), sono da ricordare i suoi romanzi”Abele”, 1921, “Maddalena”, 1945, “Il golfo notturno”, 1951, “Le figlie inquiete”, 1956, “La grande Olga”, 1958, “IL commissario Pepe”, 1965. Temi forti dell’autore, il cui stile è stato definito, “falso neorealismo”(già sul neorealismo ci sono dubbi, riguardo alla sua esatta definizione e definibilità…immaginarsi un”neorealismo falso”), sono la vita in provincia(non a Venezia, ma in città più piccole e mai nominate del Nord-Est, segnatamente del Veneto), l’erotismo represso e sottaciuto, ma che esplode sempre e continuamente, per così dire, “sotto traccia”, la corruzione, gli scandali”vicini”, la delusione di un intellettuale impegnato(Facco De Lagarda era stato partigiano), una nota costantemente disforica per non dire “depressiva” che pervade le sue opere, contraddicendo(?)quel tono, quasi quel”basso continuo”, umoristico e ironico che sembra attraversare le sue opere. Probabilmente il suo libro più riuscito, insieme a”La grande Olga”, personaggio dall’erotismo straripante ma mai realmente felice, è”Il Commissario Pepe”, sornione ma mai “corrotto”, protagonista di una vicenda “curiosa”(è un “giallo non giallo”, un”falso giallo”, viene da dire), immortalato da un bel film dal titolo omonimo di Ettore Scola(1969)interpretato da un grande Ugo Tognazzi. Eugen Galasso
Testi vari di Eugen Galasso (da oggi, volentieri pubblichiamo, gli scritti seguenti, di Eugen Galasso)
Siempre armas, Santa Muerte/Maduro”grande presidente”, te dicen/Rome’s Gouvernement rien faisant/Conseguenze tirate-da tirare (Eugen Galasso, 03.09.2015).
Anziano impiccione “pater patriae“/Riforme imposte sans rémission, tu sais/Nuevo estado nueva sociedad/Old style, from”heaven”/Giocarsi tutto al buio, non sapere/Tempi nuovi, vecchia cultura/Strani torpori nascenti (Eugen Galasso, 06.09.2015)
Era un Amore con la A maiuscola in grassetto
Era un Amore
con la “A” maiuscola in grassetto,
e quando nacque,
molto tempo fa,
tutti al vederlo avevano già detto:
_ Beh, sembra bruttino,
non ha un bell’aspetto -.
Non era vero.
Nacque in una grotta oscura e tenebrosa:
Amore però, nei suoi primi vagiti
da neonato, disprezzato e un poco vilipeso,
portava in sé una luce singolare,
pietra preziosa
di fattezza rara.
Era vero. Era un grande Amore.
Eroe col volto al vento,
di nobiltà intessuto,
di luce,
conoscenza,
abnegazione,
fedeltà fedele,
bello e buono
nonché vero,
contro tutto un mondo
di demoni terribili
si trovò a lottare.
Era vero, davvero, questo Amore.
Abitudine, gelosia, invidia,
incomprensione, ingratitudine,
viltà, ipocrisia convenzionale,
istintualità senza bende,
sopruso, calunnia,
menzogna, bugia, cecità
interiore, tanto per dirne alcuni.
L’elenco potrebbe continuare.
Tutti collaboravano in pace e felicità,
per distruggere
ciò che fu benedetto.
Era comunque e malgrado,
un nuovo,
innovativo,
magico,
celestiale,
angelico,
Amore.
E chi invece lo rispettò,
e rispettò con stima ed empatia,
i due che lo tenevano nel cuore,
nascondendolo agli sguardi
dei rapaci,
immaginò che dal Cielo
fosse sceso
e ne interpretò le idee e le azioni
che lo avevano fatto
incarnare nel mondo.
Capì anche quali idee non accettare
e quali azioni non fare, proprio
per farlo santamente incarnare.
Perché era veramente un Sacro Amore.
Alessandra Vettori (a Graziano)
Sito tradizionale della nascita di Gesù nella Basilica della Natività di Betlemme