Non sono fatte di marmo
né imprigionate nelle forme:
sono vestite di
tenerezza,
dei miei voli di bimba,
sparse come per gioco
tra l’erba e le piante del parco.
Piccolo e grande ricorda
le passeggiate di sogni e di risate,
di tenuità e di pallido rosa,
di ampie volute d’una gonna
ondeggiano al vento.
Lì nacque la prima scrittura
e anche se non scritta dapprima,
fu meditata come un cestino di rose
bianche, rosse e arancioni.
Intanto i fratelli
seguivano nel cielo
le orme alate dei loro aquiloni.
In uno scrigno lei nascose
i minuti rotoli di pergamena:
a ognuno, era dedicata una rima.
D’un balzo fu la poesia
del cuore
e ancora sono lì,
a rincorrere i ritmi.
Alessandra Vettori