Soltanto un’ora ci separa
e in questo viale di tempo autunnale,
le foglie scendono dagli alberi
facendosi strada vanitose
come dive del varietà passato.
Guardo i miei passi,
sembrano sul selciato ombre della luce,
rapprendo la corsa
in un ricettacolo che accoglie
tutti i silenzi risparmiati con tanto sudore.
Eguaglia il mio sguardo,
l’espressione mistica del tuo sorriso;
ammicca Autunno, lo spirito del sonno,
ritmando il succedersi dei giorni.
Tutto, nel giorno, va verso la notte:
stelle son cadute e hanno pianto
sul nostro corpo stanco, invecchiato,
spezzando il cordone ombelicale
che univa gli uomini agli Dei.
Cantai la notte, poi il giorno insonne,
dell’alba e dell’aurora debbo parlare,
ancora. E inseguo i fiori
che vogliono spuntare,
raggiare sui prati,
pei boschi e nelle valli,
i fiori di solarità vestiti,
i fiori,
d’insanità storditi,
risorti a nuovo,
come aliti e fili d’universo,
come soffici nuvole,
esercito del cielo,
in battaglia schierato.
Ecco la luce che si disfa
nel susseguirsi di colori,
sono azioni,
le vedo in movimento,
da pensieri fecondate,
azioni che seguono a pensieri,
altri pensieri vogliono
incontrarle.
Aspetteremo al canto del fuoco
l’arrivo dell’inverno, caro amore mio,
aspetteremo della castagna il tempo.
Alessandra Vettori