- L’osso dell’arcobaleno, Firenze, Firenze Libri, 1989. Genere narrativo: Fantasy
“L’enciclopedia della fantasia”
“Conte fantastique” o “étude philosophique”?
Da questo primo dilemma nasce un testo ricco di suggerimenti e di spunti: la fantasia quale miniera inesauribile di divertimento e d’invenzione; la filosofia per fissare in concreto le idee sulla vita – e sulla teoria della vita, per trarre – ancora altre conclusioni, per cominciare altre ricerche.
E il continuo impegnarsi in una personale interpretazione della realtà, che badi ai risultati poetici, investe, colorisce, definisce un indice di cose, un’anima che sceglie le pagine, una chiave per penetrare il senso segreto e mirabile d’ogni esperienza.
Il mistero del pensiero fantastico – le cose hanno spirito e corpo – fiorisce le idee: ecco di qui la varietà dei nomi e delle situazioni, l’ironia che si accampa nei significati, il continuo affacciarsi delle favole e delle microstorie, la molteplicità – anche – delle “occasioni”.
Un “viaggio” – dunque- sotto la pioggia della fantasia, ma anche viaggio sentimentale, d’educazione, di preparazione alle idee: in questa enciclopedia del fantastico, Silvano – tra l’adolescenza e la luce, tra la speranza che il mondo “umano” non sia tutto qui e la ragione – ha come ogni ragazzo (e ogni poeta) il bisogno d’illusioni potenti, di miraggi, anche.
Epperò sa “vedere”, sa offrirci – al pari di Gulliver e di Alice – una serrata critica, una satira della disutilità di certi nostri atteggiamenti, della vanità del nostro vivere.
- Non toccate lo Stato, Firenze, Franco Cesati Editore, 1994. Genere narrativo: romanzo sociale-psicologico.
Dalmazio è un uomo come un altro, un uomo comune, forse detto da tutti un uomo pecora…, ma il giorno in cui trova un bel paio di ali candide in un bidone di rifiuti di un parco cittadino, diviene a tutto tondo un uomo-angelo. La sua trasformazione sarà radicale e gli porterà ostacoli, avversità, problemi e assieme, la loro soluzione. “Il vocabolario è un grosso libro dove si rincorrono, alfabeticamente parlando, migliaia e migliaia di parole. Parole: segni senza significato, stelle senza calore, strade prive di lampioni, monti senza cime. Finché qualcuno apre il vocabolario e le parole si dispongono verticalmente e orizzontalmente come in un cruciverba. Vogliono essere lette, vogliono essere decifrate, vogliono essere pensate. Quando il pensiero attivo le incontra, le parole divengono coscienti dei contenuti che esprimono. Allora si posano sulle cose, sui fatti, sulle persone ed è vano il tentativo di scalzarle per rimetterle nel vocabolario. Solo una. Solo una parola ha una proprietà magica, terapeutica. E’ un duce al comando di un esercito. Combattendo battaglie su battaglie genera una causa che a sua volta è causa di infinite cause. La parola del vocabolario decise di andarsene. Di viaggiare per il mondo. Indipendente, autonoma. Staccò le sue estremità “d” – “o” dalla carta, salutò le colleghe adiacenti che sarebbero rimaste lì dentro per chissa quanto tempo ancora. Uscì dal libro e respirò a grandi polmoni l’aria del crepuscolo. Di notte, sarebbe parsa sicuramente una fuga. No. Non era una fuga. Era un viaggio….”
Non toccate lo Stato è anche il romanzo della consapevolezza e della redenzione, soprattutto quando Dalmazio decide di andare dal suo autore-creatore – come fu per Miguel de Unamuno in Niebla – per dirgliene finalmente quattro….
- Etica, libertà e vita quotidiana, Gangemi, Roma, 1999. Genere: Saggio filosofico.
“Il proponimento di questo saggio filosofico è quello di inserirsi nel dibattito che si è instaurato in tutto il mondo della cultura negli ultimi tempi riguardo al tema dell’etica e al suo fondamento. Che non si tratti più, infatti, di una questione esclusivamente filosofica, lo attestano le tavole rotonde, i programmi televisivi, le ristampe di opere dimenticate, i giornali, gli ambienti religiosi, scientifici ed esoterici. L’uomo comune, il cosiddetto “uomo della strada”, giunge in taluni momenti peculiari della sua vita, anche una sola volta, a riflettere sulle vicende che lo riguardano e sul suo significato nascosto, oltre a quello apparente: così, ciascuno ha la sua tesi e cerca la sua risposta. Pura tuttavia il problema dell’etica in relazione alla libertà umana su cui tanto si discute, è indice per gli autori di un disegno della nostra epoca, in cui il male si confonde con il bene, il bene con il male ed è sempre più difficile che il comportamento umano sia il riflesso di un ordine gerarchico spirituale: che l’azione sia retta, retto il gesto. Nel tentativo di trovare una connessione tra etica e vita quotidiana, si stabilisce che la morale “nuova” abbia bisogno di un uomo “nuovo”, il quale rintracci quei valori universalmente umani attraverso una metodologia che renda possibile la loro sperimentazione e rivivificazione. Il libro è distinto in quattro parti: nella prima si prospetta la Resurrezione delle Idee e nella seconda viene delineata una Poetica della vita quotidiana. Nella terza parte invece, viene esaminata la Libera Muratoria in un aspetto inconsueto e poco conosciuto e cioè l’Arte della Parola come impulso sociale, in relazione alla Parola perduta di Hiram nella famosa leggenda del Tempio. Infine, nell’ultima parte vi è il tentativo di individuare i princìpi oggettivi dell’arte e del processo creativo.
Andrea Vettori, nato a Firenze, ha operato come dirigente d’azienda in varie multinazionali occupando posizioni di responsabilità globali. Si è sempre interessanto di scienza del comportamento. Ha svolto e svolge attività di consulente nel campo della formazione manageriale come membro ordinario nell’Istituto Europeo di Management Socio Sanitario.
Alessandra Vettori, nata a Firenze, ha lavorato per molti anni nella Pubblica Amministrazione. Si occupa da sempre di temi e problemi inerenti le discipline pedagogiche, psicologiche e filosofiche.
- Giano Bifronte, Il Convivio, Castiglione di Sicilia, Catania, 2020. Genere narrativo: poesia e arte della parola.
Giano è uno degli Dei più complessi del pantheon antico, praticamente divinità di ogni cosa: del passaggio, della soglia, dell’inizio del giorno e del mese (non a caso Gennaio da lì proviene), ma soprattutto è noto per la sua duplicità e, in quanto tale, deus deorum, cioè il Dio per eccellenza, come definito nei canti salii. Una così breve indicazione, già, permette di cogliere la complessità della silloge di Alessandra Vettori, perché in essa vanno a condensarsi tutte le anime del mondo alla ricerca della conoscenza e della vera entità dell’Io. Non è un caso che, sin dall’incipit, si ponga la domanda su chi siamo e, dall’altro lato, emerga un forte afflato spirituale con delle apostrofi o dediche al Signore, a Christo, alla Madre. Lo Spirito, difatti, ha una presenza in ogni cosa e va ricercato e compreso.