Due rette parallele s’uniscono veloci
-indifferenti al pianto del pensatore greco –
come la nostra vita, che oscuramente cieca,
giustappone violenta nello spazio infinito,
le strane divergenze dell’agire illusorio.
Luce avea fra le dita. Arte, Scienza, Spiritualità
Due rette parallele s’uniscono veloci
-indifferenti al pianto del pensatore greco –
come la nostra vita, che oscuramente cieca,
giustappone violenta nello spazio infinito,
le strane divergenze dell’agire illusorio.
(A Chopin)
E’ un canto notturno?
No.
Anche se vo cantando
Nella notte,
E’ il giorno
Che preme,
Che nasce,
Che irradia all’intorno
Le sue falangi bianche,
Ricacciando nel buio
– Che non è più, buio! –
Le tristi oscurità del peccato.
Io ho te, Signore
E per questo,
Dove vado,
Nessuno…,
Nessuno
Può spegnere la mia candela.
(Omaggio a Ugo Foscolo, l’amato de I Sepolcri, anche de Le Grazie, a dire il Vero)
Nel lento divenire di tempi lontani
La metanoia
Trasforma in sigilli
Le storie di Spiriti persi.
S’incàntano adesso di dolci musiche
Che, rapide, ricadono in stuoli d’uccelli
E di sensazioni si cingono.
Io ti cerco, Movimento dell’Idea,
o Amore, come vuoi chiamarti.
Lascio alle vicende d’intrecci e di forme
La loro stanchezza
E tabernacolo etereo,
con le anime amiche
Toccate dalla Grazia fulgurea,
risuscitiamo dagli antichi sepolcri.
E allora, in un balenìo dell’attimo,
che è lapide iscritta in eterno,
Amore di nuovo mi parla,
mi veste di muta preghiera.
Son sola in un susseguirsi
Di morti, di attese tempeste,
di zefiri soavi e presenti
che sfiorano appena
la terra e le foglie.
Ti cerco, Mio Amore, nel vuoto
Di fluidi o pensieri viventi.
Cantano insonni le acque
di fiumi avvolti dal Sole.
E il senso del Tempo mi chiama,
cancella dello spazio i risvolti
di ossa indurite, non ròtte.
Non ròtte, Amore mi ascolti?
Non ròtte dal pianto o dal riso.
Amore, ti cerco, fra note
Di aurore fiammanti,
di trémule piogge,
di strani incantesimi
che s’aprono ai ritmi
dei loti divini.
In questo incessante cercare,
– che è sguardo e luce negli occhi –
si svegliano
i sensi interiori sopiti, le dodici chiavi
di pietre preziose adornate,
le porte serrate spalancano
ed entro, con lieve timore,
nel Tempio da tanto anelato,
soffuso di grave silenzio.
Ti vedo, raccolto in te stesso
e piangi sui mali degli Uomini,
Amore Divino.
Pensiero d’Amore, di Uomo
E di Donna espressione sonora,
che unisci con filo dorato
i vuoti sfuggiti, incoscienti.
Di Gioia riempio le assenze,
per troppo dormienti, sognanti,
la gioia di essere ho appreso,
ed ecco, le storie son canti.
Alessandra Vettori, (Dialoghi poetici con l’Anima Complementare)
(A Mario Luzi)
Nessuno (o forse pochi) legge (o forse leggono)
le poesie in Italia.
O almeno sono pochi i suoi cultori.
Ne vanno cianciando i senza orecchio
Senza vista né gusto
Né tatto nei due sensi.
Ne vanno cianciando
Gli impiccatori di coscienze,
dell’arte e della lirica,
aspirando denaro.
Bramando di riempirsi di possessi,
posseduti anch’essi,
sotterrano i poeti
dissacrando il verso,
chiedendosi a cosa serva
in realtà.
Nell’Ombra, in verità,
potrebbero vedere
che agiscono
Due Dèi decaduti o in decadenza
che ispirano i loro falsi detti
e non ne vogliono sapere
di lasciare libero l’Uomo
– che considerano un loro pupillo -.
La Poesia può essere parlata:
è Poesia che parla.
Un cielo muto che prorompe in terra.
Fate dunque che la Poesia si esprima
E i poeti possano cercare
L’approvazione delle Muse.
Non è poco, in questi Tempi Nuovi.
Non guardate soltanto ai cimiteri
per ricordar qualcuno, ve ne prego.
Donate alle parole senza forma
la sinfonia di forme.
I morti vivi, i morti non più morti
Intendo dire
Respirino nei versi
Segni trasfigurati,
trascesi.
Le pause, Sogni dell’increato
Distacchino dai vuoti
Bianche macchie d’inchiostro
E di coscienza.
Di puro suono la testimonianza,
d’esistenza pregne e immacolate
così concepite nel ventre del Sole
interiore che ci scalda.
Poesie, io vi appartengo.
Comincia oggi un rubrica dedicata a grandi personaggi del presente e del passato ai quali dedichiamo una poesia….
Bimba, hai rincollato
I pezzi del vaso
Che si è rotto?
Le ore passano,
Sei davvero una monella,
Persino la Speranza
in questo tempo hai reso cieca…,
ma non gridare Vittoria, per favore,
incedono Invincibili le Ore
e cambiano i destini più fatali
sotto la Guida Diretta del Signore.
Come corrente d’Amore
Che in fluviale corso diviene,
impetuosa e quieta.
Come calore d’Amore
che riscalda e non brucia,
Vibra d’entusiasmo,
alla memoria del cuore richiamando
le immagini viventi dello Spirito
che agli Enti dà forma e contenuto.
Come asse di luce che penetra
in ogni dove
cristallina forza sorgiva che risana.
Come suono ineffabile
simile al muoversi dell’acqua
nei ruscelli
che si fa moto dell’idea
inarrestabile, davvero intramontabile,
Ripiena di Grazia inusitata,
di veli candidi che divengono visibili
Lasciando rivelarsi a tratti
il Vero, il Bello, il Buono eterno, il Bene.
Come presente, passato e futuro ritrovato,
Giorno nel giorno che spunta, germoglio
che nasce e si sviluppa.
Come cielo e pianeti
E cosmo e universi da scoprire
Lontani lontani evocati da timide stelle.
Come ritmo di Soli invocato
dal Nulla.
Come silenzio che si fa parola,
coome silenzio che parla un linguaggio,
Mille idiomi che tutti noi comprendiamo.
Come vena d’artista che scorre
Dalla scuola di Michele,
come vena d’artista e di poeta
nell’oscurità e nel dolore
dell’Antico dei Giorni.
Infine ritrovata,
Iside d’Amore Sacro accesa,
amata, da me amata, tanto amata.
Come atto semplice, diniego,
abnegazione, pace, fervore,
Affetto, cura degli altri, devozione.
Come compassione che viene dall’Oriente
e qui diviene mitezza creativa,
accorgimento puro, donazione di Sé.
Ricordo attivo,
Consacrazione
al Regno della Gioia,
Del Cuore,
Nel Cuore del Tempo,
di ogni Tempo.
Come Ricordo delle Divine Essenze,
che nessuna Forza ostile potrà mai più togliere
dal tessuto dei fatti ricamati
Nella storia fraterna degli Uomini.
Come dono al Cosmo di Dodici Stelle
Senza limiti, senza confini, senza fine,
Immediata Trascendenza, Pura,
dell’Istante Eterno che s’arresta.
A te, Iside Sophia anelata,
Dal segreto nome di Fiorenza,
Ringraziando,
Medito amando,
Amo meditando.
raccolgo conoscendo,
vivo agendo,
ti scopro sorridendo.
Emergo dal sonno
E cosciente mi rivolgo
A te, Amor mio.
Rughe vedo scomparire in un vortice
E sul mio nuovo corpo che m’aspetta
Ecco, ho disegnato un Calice di Fiore.
Perché permetti
Che le tue radici
Vengano mangiate
Dalla Terra?
In me
Devi nutrirti
E in me restare.
Letuepoesiesonotroppo
Discorsive,piccola.
Sonodidascaliche.
Sonomodernamentelontane
Dallanostratradizione.
Dallaclassicitàchecidistingue.
Sonoesono.
SonoA
SonoBeCeDeee….
E sonoanchequest’altro.
Poi
sono….
Luminose stelle,
Vogliate anche stasera
per favore
ritmare l’amore
che vedo e odo
Sbocciare in te.
Sirio A nel centro e Sirio B in basso a sinistra