Era un’occhiata
che ho voluto dare,
stanotte,
a quella che mi sembrava
la volta celeste.
Invece le stelle erano tutte porte
e ciascuna faceva entrare
nelle correnti del cuore
di ognuno di voi, amici miei.
Alessandra Vettori
Luce avea fra le dita. Arte, Scienza, Spiritualità
Era un’occhiata
che ho voluto dare,
stanotte,
a quella che mi sembrava
la volta celeste.
Invece le stelle erano tutte porte
e ciascuna faceva entrare
nelle correnti del cuore
di ognuno di voi, amici miei.
Alessandra Vettori
Origami di carta, segni fragili
nelle mani di un ragazzo inesperto
che gioca a scacchi con la Fantasia.
Alessandra Vettori
Sono un vegliardo dalla barba bianca,
ho con me uno strano sacco
e dentro ci ho messo tutto quanto
gli Spiriti elementari hanno creato e costruito
durante l’anno e che il piccolo popolo
ha ideato.
Natale fiorisce
nell’anima nostra
se di virtù abbiamo adornato
il vivere nostro,
il nostro agire,
i sentimenti nostri
e quelli altrui.
Virtù belle, buone, vere,
che risplendono nel buio
dell’oscurità di una grotta.
Sono stelle piccole
che aleggiano attorno
al capo
di un bambino
poetico e amoroso.
Sono le stelle dalle quali
proveniamo
e alle quali torneremo
per nascere di nuovo.
Felice Luce a tutti!
D’amore intessuta,
ricamata con il colori
della seconda Natura
di cui Goethe ci parlò
mentre viveva sulla Terra,
questa Luce non si ferma,
è il filo che disegna figure
che dall’alto scendono verso di noi
e ci chiariscono i dubbi
che il destino ci pone.
I doni che porto
nel mio sacco strano
hanno in sé la soluzione
degli enigmi
da rivelare,
degli enigmi
da svelare.
Sono fatti di respiri solari,
di volute che danzano
sulle vetrate
e sui rosoni,
sul sorriso della speranza.
Alessandra Vettori
Sul pianeta blu tutto è calmo e silenzioso:
L’Erede Sacro vive lì, quando vuole riposare,
anche se per poco,
lui non dorme mai.
Porta con sé la vita del fiordaliso,
o forse è solo un fiore azzurro,
e sul nostro pianeta non è classificato
fra i fiori conosciuti.
Però ci sorride l’Amico di Novalis
che ha saputo dipingere i Segreti
dei Nuovi Misteri,
narrandoci che sempre possiamo trovare
un bimbo abbandonato dal Tempo
che riluce di suoni perduti, immemorabili;
danzano le sue parole nell’aria dell’anima,
se le seguiamo fiduciosi
ci conducono alla felice
immagine aurea dell’Altro.
Alessandra Vettori
Ritornano al mattino, assorte nella notte,
le stelle.
Io non sapevo davvero che farne,
nel ritmo diurno non le vedevo brillare,
perché nel giorno si sa,
il giallo non risalta.
Ebbi a dirti, non te lo ricordi?:
“la lira ha perso tutte le sue corde,
cantano gli usignoli e i cardellini,
cantano i poeti stanchi,
i bimbi nei cori di paese,
cantano le donne sole,
amanti di uno sposo,
cantano gli angeli nei cieli,
cantano i fiori e le raganelle
nei canneti paludosi
e le libellule cangianti
negli stagni
cantano la loro gioia,
facendo delle ali trasparenti
un inno sereno all’esistenza”.
Tu, ebbi a dirti, non te lo ricordi?:
aspetti sempre che sia io a cambiare,
pigro d’un uomo buono,
e il tuo riscatto inizia
dal tuo amore,
come primula,
come primula acerba
scuoti il viso al vento,
t’imbarazza il silenzio dell’inverno
e invano soffi sulla girandola,
al riparo delle streghe,
la soglia è aperta adesso, déstati.
Alessandra Vettori
Ne ho sentito parlare da mio figlio
ieri sera
lui ha lo spirito germanico
e con un termine che non conoscevo
di quella bella lingua
ecco
mi ha svelato un arcano
che non conoscevo:
Wunderkammer,
il nome dell’insolito,
del bizzarro, dell’inconsueto,
dello strano,
e così via narrando.
Nella mia,
– Cabinet of curiosities -,
si trovano i pensieri
che fanno rinascere
il Cosmo in una stanza
nella quale mi avete
– ahi! –
confinata,
per il troppo affetto.
Sto organizzando
e in questo mi aiuta lo spirito Goethiano –
un bel museo a cielo aperto
e i ciceroni,
sono i miei sentimenti.
Aggiungo che
è anche un gabinetto filosofico,
dove danzano le mie creazioni,
fatte di volontà,
di volontà d’azione,
vestite ed abbellite.
Sono cose serie, oggi come oggi,
non sono cianfrusaglie, intendiamoci bene
su questo.
Le ho liberate dal carattere barocco
e le ho rese diafane come vetro,
luminose come alabastro,
variegate come diaspro.
Sono vere meraviglie, adesso.
È pronta la Festa?
Eccomi, d’un balzo
sono qui per voi,
a giocare.
Alessandra Vettori
La neve discende anelata
sugli abeti che mi hanno vista bambina
e l’inverno del cuore
custodisce la pace
che non ha confini.
E’ un paese magico, questo,
e mentre m’attardo,
mentre rallento i passi
per scoprire le chimere, le fenici e i basilischi
che il bianco copriva,
canto, sulle note che risuonano
nel silenzio ovattato del bosco,
il ritorno di Kinduna,
abbracciando col mio sorriso
il suo soave volto.
Alessandra Vettori
E’ d’autunno che le tue parole
d’Amore
tingono con i gialli delle querce,
con i rossi dei platani, dei ciliegi e degli aceri di monte,
con gli arancioni dei larici,
con gli ocra dei faggi,
con i marroni dei frassini, degli ontani e dei carpini,
con l’oro dei castagni,
il soffio lieve dell’anima
memoria della vita
che s’addormenta,
che si fa carezzare
dal vento
del mio respiro.
E’ d’autunno che le tue parole
si vestono degli andamenti
ritmici dei miei pensieri
e l’istrice è un amico
che l’ansia del nutrimento
fa abbandonare gli aculei
nel campo rifugio
e tutto torna in un uguale
movimento e una loquace
trasformazione.
E’ d’autunno che il tuo gesto
si fa di nuovo profondo volere insonne
e tenti afferrare le mie ali,
ma la vita che sono disparisce,
tremula e vaga
cellula ancestrale
di Donna
unta di terra,
vuota di cielo.
Alessandra Vettori
Passi indistinti
di Te nella notte
sento arrivare
e il giorno allora
ti viene incontro
e immune dal Kaos
– si è fatto vaccinare –
e la tua figura
di Angelo del silenzio
Beato
Angelo imprigionato nella Terra
lo vado a salvare,
in me
desta tutta la gioia
di cui è capace
la guarigione.
Alessandra Vettori
Nel cielo fervido di stelle
il chiarore dell’alba
mi sorprende
senza null’altro se non
zoccoli di legno
con i quali calpestare il selciato
lasciando indietro il rumore
scoppiettante di un focolare
o di un andare sordo sulla pietra.
Io t’aspetto cigno bianco del castello
per chiederti con ambizione
perché non hai padre
perché non hai madre.
Alessandra Vettori