L’osso dell’arcobaleno, Firenze Libri, Firenze, 1989
Non toccate lo Stato, Franco Cesati Editore, Firenze, 1994.
Etica, libertà, vita quotidiana, Gangemi Editore, Roma, 1999.
Luce avea fra le dita. Arte, Scienza, Spiritualità
L’osso dell’arcobaleno, Firenze Libri, Firenze, 1989
Non toccate lo Stato, Franco Cesati Editore, Firenze, 1994.
Etica, libertà, vita quotidiana, Gangemi Editore, Roma, 1999.
Alcuni uomini però, sempre, ascoltarono la Parola e senza nessuna paura – eventualmente solo un sacro e riverente timore – vollero raggiungere il Luogo innominabile. Sempre l’ascoltarono e dal suo calore ebbero in dono i segreti dei Suoni e del Suono.
Le Arti Liberali Medioevali, già belle e adulte, avevano vissuto la loro infanzia e la loro innocenza negli antichi Misteri, quando ancora gli esseri umani vivevano i primi istanti del tempo sulla Terra. Tra queste, parliamo per adesso della Poesia, come capacità del Suono di ri – suonare nelle anime delle per- sone, con magica purezza e meraviglia di intenti casti, con ritmi solenni terrestri che richiamavano nel ricordo spirituale i Celestiali Ritmi dell’Universo. L’Arte, grazie e Grazia della Parola, poteva e può ancora oggi farci risalire la scala che conduce presso la Soglia della Luce e se è Arte pura, ha in Sé il Bello, Il Vero e il Buono, tutto ha in Sé, perché la Parola glielo concede.
Non siete Creatori della Parola? Lo siete senz’altro se rivivete in voi tutto il processo creativo che qualcuno prima di voi, un essere umano ha potuto creare; nel momento in cui rivivete in voi questa creazione, anche voi, ri- create….
Parleremo presto delle Dame delle Arti Liberali, dell’Eterno Feminino di goethiana memoria…. Abbiate un poco di pazienza, cari lettori e qualunque scritto vogliate farci arrivare, noi qui siamo pronti per accettarlo. L’Arte ha una missione universale nel mondo e tutti concorriamo a fare parte di quel Luogo di cui prima narravamo, sempre figlia fu della Divinità.
La Poesia non deve dire, deve essere, come ebbe a scrivere a suo tempo il buon Quasimodo. La Poesia non dovrebbe descrivere Verità, Bellezza, Bontà, dovrebbe produrle.
Voglio raccontarvi una fiaba….
C’era una volta, ma dove fu? Non forse dappertutto? Una volta c’era, ma c’è ancora adesso, il Suono, la Parola Creatrice.
Questa Parola si trovava in un luogo inaccessibile e chiunque avesse avuto il dono di entrare, per incontrarLa, sarebbe potuto entrare solo grazie alla Parola stessa.
Ora la Parola lo poteva permettere a pochi, davvero a pochi esseri umani, non perché facesse una distinzione tra più o meno bravi, oppure avesse preferenze; in quel luogo non si poteva sopravvivere davvero se non a prezzo della vita. Sarebbe occorsa una volontà inaudita, sarebbero occorse facoltà davvero straordinarie per tutti gli esseri umani e non tutti avevano la perseveranza e l’intento puro necessari per fare di quel luogo la propria casa interiore.
La Parola però, amava tutti gli uomini allo stesso modo e dunque chiedeva qua e là in varie maniere chi volesse ricercare la Verità, la Bellezza, la Bontà.
Non erano tutti interessati , ma molto pochi. E di questi pochi, una parte cominciava la sua opera, ma per tanti motivi non riusciva a portarla compiutamente a termine.
Un giorno la Parola disse: – Da soli gli uomini non ce la fanno a superare le prove che servono a far varcare loro la Soglia del luogo inaccessibile dove io abito. Andrò io da loro, così mi riconosceranno e penseranno che raggiungermi non sarà più tanto difficile e proveranno a cercare il luogo che non è riportato su nessuna mappa o sulle cartine geografiche -.
Fece come aveva detto, tuttavia gli uomini non la riconobbero come avrebbero dovuto.
Allora la Parola decise di creare le Arti che facessero da tramite tra lei e il mondo degli esseri umani e…
Il poeta è colui, per me, che vede lo Spirito, come si vede, nel nostro mondo, un bicchiere o uno spillo.
Il poeta, l’artista, è colui che vede lo Spirito in una bellezza armoniosa e intende mostrarlo, servendosi di imagini tratte dal nostro mondo, agli altri esseri umani.